Il Mondo

I Dharmani

La razza dei Dharmani è stata ideata appositamente per il torneo Om, sulla base della cultura induista. I Dharmani sono umanoidi, di altezza normale. Tuttavia, si differenziano dagli umani per alcune caratteristiche notevoli:

Vediamo ora più in dettaglio i vari aspetti di questa razza.


Fisiologia

Un tipico volto Dharmani (l'originale è Andrea Libreri) Si dice che i Dharmani siano imparentati con le altre due razze confinanti, i Nani e i Kroll: effettivamente mostrano alcune caratteristiche di entrambe, ma è tuttavia probabile che si tratti di una semplice leggenda.
Il particolare metabolismo di cui sono dotati consente loro di assimilare sia gli alimenti a base di carbonio, come quelli consumati anche dai Nani, sia quelli a base cristallina, di cui i Kroll hanno bisogno per vivere.
Tuttavia queste due famiglie di nutrienti, da sole, vengono metabolizzate in modo lento e inefficiente: gli alimenti basilari della dieta Dharmani sono, invece, particolari funghi ed animali caratterizzati da una simbiosi fra elementi organici e cristallini. Tali alimenti simbiotici, che costituiscono la principale flora e fauna del Dharman e non crescono altrove, risultano tossici sia per i Kroll che per i Nani; grazie a ciò, i Dharmani sono sempre rimasti lontani dalle guerre di conquista che sono scoppiate nei secoli fra le altre due razze.
Questi esseri non sono, come qualcuno potrebbe pensare, imparentati con i rettili: il loro sangue (azzurro) è caldo come quello dei mammiferi, anzi leggermente di più (intorno ai 45 gradi).
Essi possono vedere senza problemi al buio, come le altre razze di questo mondo sotterraneo; la base fisica di questa visione non è rivelata, ma in ogni caso non si tratta dell'infravisione standard dell'AD&D: non c'è limite intrinseco alla portata visiva, semplicemente i Dharmani vedono al buio come noi vediamo alla luce.
Sono dotati di una coda segmentata terminante con un aculeo velenoso; questo può essere usato una sola volta nella vita, poiché dopo aver colpito si stacca, e non ricresce. Il suo veleno è sempre letale (eccetto in rarissimi casi) ed agisce istantaneamente; non si conoscono antidoti efficaci né esseri che ne siano immuni.
Una volta staccato dal corpo, il pungiglione perde la sua velenosità dopo pochi minuti e diventa quindi inutilizzabile.
Nella cultura Dharmani l'uso di quest'arma viene considerato barbarico ed incivile; la coda rimane sempre nascosta con pudore sotto le vesti.
Per avere un'idea della forma di questa coda (e dell'aculeo) guardate "Aliens - Scontro Finale".
La vita media potenziale di un Dharmani è circa 110 anni, ma questo dato varia ampiamente a seconda delle caste considerate.


Geografia e politica

Mappa della Piana del Dharman

La piana del Dharman è una grande cavità posta sulle rive del Mare di bruma; da un capo all'altro misura quasi 500 Km e il "soffitto" della caverna raggiunge nei suoi punti più alti anche 3 o 4 Km di altezza, per poi scendere gradualmente fino a formare i confini.
In questo ambiente così ampio si formano fenomeni meteorologici proprio come sulla superficie, con nuvole e precipitazioni.
La temperatura, generalmente piuttosto bassa, subisce escursioni più piccole rispetto a quelle cui siamo abituati; si tratta di variazioni legate ai moti ciclici e misteriosi del Mare di Bruma.
Sul lato rivolto verso le Terre dei Nani la parete si apre in una spaccatura chiamata Passo di Tarveyah, costantemente tenuta sotto controllo da entrambe le razze con avamposti e guarnigioni.
La parete di roccia si allunga verso il mare trasformandosi in isole e lunghe stalattiti e stalagmiti, la più grande delle quali ospita la città di Dhanpur, in cui si svolge la maggior parte dell'azione nell'avventura Om.
Al centro del Dharman si trova un immenso (varie decine di km in diametro) blocco di roccia compatta che va da terra al soffitto, probabilmente il motivo per cui la cavità è ancora in piedi; negli strati più esterni di questa montagna è stata scavata la città di Rajsh, famosa per le sue architetture ardite ma basate su complessi calcoli matematici.
Sul lato opposto rispetto a Dhanpur si trova il cosiddetto Labirinto dei Vermi: a quanto pare quest'area interseca le rotte di migrazione dei giganteschi vermi della roccia, che millenni fa scavarono una serie infinita di cunicoli, larghi da uno a venti metri in diametro. A volte i vermi, privi di intelligenza, continuavano ad avanzare nel vuoto una volta usciti nella caverna del Dharman, finendo per schiantarsi a terra o morire di fame: i detriti organici ed inorganici hanno formato nel tempo delle fertili colline alla base della parete.
Oggi in questi cunicoli sorge Shiquanhe, una città labirintica temuta dai visitatori che si perdono facilmente nei suoi meandri infiniti e famosa per la coltivazione di ottimi funghi-mano.
Ogni dieci o vent'anni, tuttavia, passa qualche altro verme, causando caos e distruzione in alcuni quartieri (ma raramente vittime: i vermi avanzano di pochi centimetri all'ora).
Un altro elemento importante del territorio è il fiume sacro Sidh: esso sgorga da una fessura in alto nella parete di roccia e scorre lentamente fino al mare. Proprio come il mare stesso, non è composto di acqua ma di una nebbia densa e rossastra.
Lungo il Sidh sorgono due città importanti: Sediya, importante centro agricolo, e la maestosa capitale fortificata Jalandhar, sede del Consiglio degli Illuminati e grande fulcro di cultura e arti.
Un altro insediamento inusuale è Amritsar: esso è costruito sopra e all'interno di un intrico di fibre fossili di Nalenj, una forma di vita simbiotica fungo/cristallo che si sviluppa come il corallo. Se lasciato crescere, il Nalenj erige giganteschi filamenti spugnosi spessi decine di metri e lunghi anche chilometri, appesi fra la volta della caverna, le pareti, il suolo ed altre fibre; la parte centrale via via muore e la fibra cresce sempre di più.
Oggi il Nalenj si espande solamente nelle zone più recondite dell'intrico, poiché all'esterno viene coltivato rimunerativamente come alimento. Tuttavia le costruzioni cristalline sono rimaste e su di esse è nata una città sorprendente, allo stesso tempo aperta e chiusa in se stessa, in cui spesso si può osservare un luogo a pochi metri di distanza e non potervi arrivare se non con un giro molto lungo.
Un ultimo luogo interessante è la Fossa dell'Eternità: si tratta di una voragine senza fondo (per quanto si sa), il cui nome deriva appunto dalla durata della caduta di un sasso gettato in essa. Alcune spedizioni si sono spinte al suo interno per svariate centinaia di metri, senza risultato; ad un certo punto diventa impossibile proseguire senza pericolo.
A detta di molti, nella Fossa si nascondono mostri inimmaginabili: innumerevoli leggende sono nate riguardo a strani rumori che alcuni avrebbero avvertito passando vicino al bordo della voragine.
Inutile dire che il luogo è evitato dalla maggior parte della gente.

Società e religione

La religione sta alla base della società Dharmani: in effetti anche il nome stesso della razza deriva dalla parola "Dharma", cioè appunto "religione".

Divinità

Come dicevamo all'inizio del capitolo, il credo Dharmani è basato sull'induismo. Si tratta quindi di una fede solo apparentemente politeistica, ma che in realtà venera una sola entità cosmica: l'Uno, l'essenza vitale che comprende tutto l'universo.
E' impossibile per la mente di una creatura mortale contemplare l'Uno nella sua interezza, quindi i Dharmani venerano individualmente una delle sue infinite sfaccettature, quella che si avvicina di più al carattere di ogni persona.
Fra le tre rappresentazioni più comuni dell'Uno vi è la Trinità del Cerchio, che simboleggia il ciclo della vita:

Tuttavia queste tre forme non sono nei cuori della popolazione, in quanto ancora troppo astratte e ultraterrene.
Sono molto popolari, e adorate in tempietti presenti in ogni abitazione, le infinite figure di eroi mitici e leggendari, anch'esse rappresentazioni dell'Uno; è impossibile farne un elenco.

Reincarnazione e caste

Alla base della filosofia Dharmani vi è il concetto di reincarnazione: la forza vitale si forma nella materia inanimata cristallizzando l'essenza dell'Uno, proprio come la condensa genera acqua dall'aria. Si formano così le forme di vita inferiori: piante e funghi.
La forza vitale si reincarna via via in un altro essere (insetti, vermi...), fino ad arrivare dopo moltissimi cicli (8.400.000 secondo la tradizione) alla forma Dharmani.
Il Dharmani, rispetto a piante ed animali, essendo la forma più evoluta ha il dono di poter decidere la direzione del suo destino: a seconda delle sue azioni in vita, la prossima reincarnazione lo porterà un gradino più in alto o più in basso nella scala dell'esistenza.
Esistono cinque caste nella società; a partire dalla più bassa sono: intoccabili, considerati a metà strada fra i Dharmani e gli animali, definiti come totalmente dominati dei propri desideri; artigiani e mercanti, due strati sociali che sono in grado di soddisfare i propri desideri ma ancora non hanno imparato a controllarli; nobili (guerrieri), in grado di dominare le proprie volontà; e infine bramini (sacerdoti), coloro che hanno raggiunto il massimo livello di evoluzione spirituale e sono in grado di guidare gli altri.
Un Dharmani che nelle vite precedenti ha accumulato karma negativo si reincarnerà in una casta bassa, come quella disprezzata degli intoccabili, o addirittura in un animale; se invece ha raccolto karma positivo può reincarnarsi in una casta superiore o addirittura uscire dal ciclo dell'esistenza per unirsi definitivamente all'Uno nella gloria eterna.
Le antiche basi della religione definivano la casta di appartenenza in base alle attitudini innate di una persona: i bambini che mostravano abilità manuale divenivano artigiani, e così via.
Ma secolo dopo secolo il credo si è distorto, attribuendo alle caste una base ereditaria: il figlio di un bramino è automaticamente un bramino.
Inoltre è comparsa l'usanza di non mostrare pietà o compassione verso le caste inferiori, con la misera giustificazione che aiutando i meno elevati essi non riusciranno a compiere le azioni positive necessarie a redimerli.
Ilyantha, la nuova leader spirituale (e politica) dei Dharmani, ha intenzione di porre fine a queste discriminazioni, abolendo l'ereditarietà delle caste e riportando la fede ai valori di compassione e altruismo dei tempi antichi; questo ovviamente non piace a molti esponenti delle alte classi, che perderebbero molto potere e credibilità. E da qui nasce la storia alla base dell'avventura di Om...
I funerali Dharmani sono, curiosamente, un evento gioioso, specialmente all'interno delle caste inferiori: la morte è infatti soltanto un passaggio verso una vita migliore, in cui tutte le sofferenze e i sacrifici per ottenere karma positivo daranno i propri frutti.
Le salme vengono cremate e le ceneri gettate nel Sidh (possibilmente), oppure nel Mare di Bruma.

Politica

Le decisioni locali di ogni villaggio vengono gestite dai nobili, che si spartiscono il territorio. Le questioni di respiro più ampio sono di competenza del consiglio dei sacerdoti, presente in ogni città; i membri più altolocati per ricchezza e fama compongono il consiglio della capitale.
A capo di tutto il paese vi un capo religioso, il Sama, che viene scelto (per la vita) di volta in volta in base a segni divini o portenti.
Di solito viene nominato, in effetti, un fantoccio controllato dai membri più influenti del consiglio, ma questa volta è avvenuto qualcosa di imprevisto: alla morte del precedente Sama, un innocuo sacerdote di campagna umile e sottomesso, è sembrato naturale nominare come successore la figlia, Ilyantha.
Questa, però, spinta fin da piccola da una forte spiritualità, ha girato il mondo in un pellegrinaggio ascetico terminato solamente da poco per partecipare ai funerali del padre.
Durante questa esperienza ella ha visitato ogni tempio, consultato ogni testo sacro, e parlato con ogni saggio che incontrava, sviluppato una profonda conoscenza della religione.
Ora che è stata nominata Sama (irreversibilmente), è sua intenzione fare qualcosa per portare la religione agli antichi valori. Ha un grande carisma, ed il popolo la adora.

Tempo

Curiosamente, in origine i Dharmani non misuravano il tempo: in un mondo eternamente uguale e senza stelle o lune, con la convinzione che la vita e la morte siano un cerchio continuo privo di inizio o di fine, il tempo era un concetto alieno.
La gente mangiava quando aveva fame, dormiva quando aveva sonno (o quando poteva) e tutta la società dava un'impressione di vivere un istante eterno.
Col passare dei secoli e lo stabilirsi di contatti commerciali con Nani e Kroll (dotati di un istintivo senso del tempo, dovuto forse alla loro possibile origine di superficie?), anche la misura del tempo ha fatto la sua comparsa fra i Dharmani; nelle città di confine o con una forte presenza multietnica, in particolare, si sono stabiliti spontaneamente cicli fissi di "giorno" e "notte", valutati in base alla luminosità variabile di un particolare fungo originario delle isole dei Kroll.

Rapporti con la superficie

La superficie è poco più di una leggenda per il Dharmani medio: si tratta di un mondo troppo distante e differente (come la luna nel nostro medioevo).
Pare che i nani abbiano, ogni tanto, qualche rapporto commerciale con i loro cugini di superficie, ma si tratta di viaggi estremamente lunghi e pericolosi e quindi rarissimi.

Moneta

La moneta più comune fra i Dharmani della caste medio/basse è la Monajah, un cerchio di rame. Dieci di esse equivalgono ad un Sakh (quadrato, in argento) e a loro volta dieci Sakh valgono quanto un Pyla (circolare, in oro).

Magia

La magia, come viene comunemente considerata in AD&D, in questa ambientazione non esiste. Abbiamo sfruttato le regole dei maghi per implementare i poteri di trasformazione di Lhaq'Hosa'h e quelle dei chierici per le conoscenze curative dell'anziano bramino paranoico Kaunteya, ma la spiegazione che ne sta alla base è molto diversa.
Alcuni sacerdoti Dharmani imparano attraverso lo studio e la pratica l'arte di curare (e curarsi) attraverso lo stimolo di particolari punti di pressione sul corto di qualsiasi essere vivente.
Consideratelo un ibrido fra il vero yoga e le abilità curative di Toki in "Ken il Guerriero".

Ecologia

Il mondo sotterraneo in cui vivono i Dharmani è molto diverso dal nostro, ma solo in apparenza. Per semplicità, le cose basilari funzionano come sulla superficie, anche se hanno aspetti e nomi stravaganti o spiegazioni fantasiose.
Ad esempio: i contadini piantano delle spore, nascono dei funghi o delle piante cristalline che non hanno bisogno di luce; i Dharmani raccolgono i frutti, o le escrescenze, o i rami e li mangiano, o li usano per costruire oggetti... I nomi sono diversi, le apparenze bizzarre e aliene, ma il concetto di base è lo stesso.
Quindi, se dovete descrivere ai giocatori qualche aspetto dell'ecologia sotterranea che non è stato descritto, comportatevi così: fate un paragone con il nostro mondo dategli una forma e un aspetto esotici; funziona sempre.

Nel Dharman esistono foreste, valli, deserti e praterie, con molti microclimi diversificati.
Fra le specie simbiotiche silicio/carbonio più coltivate vi sono: il Gerjan, simile al nostro riso ma con i chicchi due volte più grossi e blu; la canna di Bohla che raggiunge altezze di 15-20 metri; molte varietà di Opur dall'aspetto dolce e succoso. Ma l'elenco non termina qui, siete incoraggiati ad inventare sul momento.
Per quanto riguarda gli animali, il più comune è senz'altro l'ofelide, un mansueto fungivoro che vive in mandrie, poco più piccolo delle nostre mucche e dotato di protuberanze ossee sulla schiena. Viene allevato dai Dharmani per ricavarne un latte dolce e denso, pelli e utensili (dalle ossa).
Il paragone con la mucca termina qui, non si tratta di un animale sacro!



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