L'Altra Faccia della Medaglia

Naym Ysonlain


Background sviluppato da Gianmarco Bertolotti
Illustrazione di Luca Turini

disegno

Nacqui nei dintorni di Gyan'Maë e fui educata fin dall'infanzia all'uso della magia perché i saggi elfici vedevano in me un grosso potenziale. Ero fiera di essere considerata così importante perciò mi buttai anima e corpo nello studio e della magia e dell'utilizzo dei canali psichici necessari per entrare in contatto con gli spiriti diventando progressivamente sempre più potente sotto l'esperta guida del mio mentore Kilmerain.
Ma un giorno accadde la disgrazia: una schiavo umano carpì al mio Maestro alcuni segreti e, rubata della polvere, riuscì ad evocare uno spirito della caccia che uccise il Saggio. Io, come unica adepta del morto, fui naturalmente accusata dell'omicidio così decisi di fuggire e di cercare rifugio nelle foreste di Minthar. Conosco troppo bene quelli della mia razza: nessuno avrebbe mai creduto che un debole umano fosse riuscito ad uccidere un saggio elfico (con della magia per giunta!), quindi un mio eventuale tentativo di discolparmi non sarebbe stato neanche preso in considerazione.
Amavo il mio Maestro ma non odio quell'umano: capisco il suo desiderio di fuggire dalla schiavitù ma devo dire che mi sorprende il fatto che sia riuscito ad evocare uno spirito.
Una volta nascosta nelle foreste decisi di diventare una cacciatrice di taglie avvalendomi dei miei poteri magici. Divenni ben presto molto ricca: quasi tutte le taglie finivano nelle mie tasche perché avevo il vantaggio di poter evocare gli spiriti in mio aiuto.
E fu proprio in questo periodo che mi resi conto della mia effettiva potenza e del mio indissolubile legame con la magia: quando usavo la polvere mi sentivo una cosa sola con gli spiriti, la mia stessa anima era il tramite che mi permetteva di attingere alla loro forza.
Ma proprio quando i lontani echi della guerra tra Andor e gli umani davano ormai per vincitrice la nazione elfica, la magia scomparve.
Così, all'improvviso.
Me ne accorsi la prima volta quando tentai di evocare uno spirito del fuoco e non vi riuscii: era come sei canali psichici con gli spiriti che tante volte si erano dischiusi nella mia mente, non fossero mai esistiti.
Disperata tentai e ritentai mille e più volte ma senza successo: avevo perso la magia.
Da quel giorno per molto tempo vissi in un profondo stato di depressione sperperando tutti i miei risparmi nel tentativo fallito di riacquistare almeno in parte la felicità perduta, di risanare almeno in parte la ferita lasciata dentro di me dalla scomparsa della magia. Poi capii che non potevo lasciarmi morire così e decisi di riprendere la mia attività di cacciatrice di taglie se non altro per guadagnarmi il cibo di ogni giorno e imparai a convivere con la tristezza che avevo nel cuore.
Fino a che, un giorno, la speranza si riaccese: durante una caccia mi spinsi molto all'interno delle foreste e, sopraggiunta la notte, decisi di accamparmi in una piccola radura in mezzo ad alberi secolari. Per un attimo ripensai alle antiche leggende che riguardavano questa zona ma non diedi loro peso e presto mi addormentai. Sognai di svegliarmi sentendo delle voci...non erano elfiche, provenivano dagli alberi... le parole erano confuse... poi come una litania, diceva: "Soltanto ritrovando l'antica parola la magia tornerà a scorrere nel sangue elfico"... Mi svegliai.
Decisi di credere in quel sogno e moltiplicai i miei sforzi nella speranza di capire quale fosse questa "antica parola". Tutti i miei tentativi risultarono vani fino a che il mio amato mentore, Kilmerain, mi apparve in sogno e mi disse che la risposta che bramavo l'avrei potuta ottenere dall'Oracolo di Xanthan.
Purtroppo non so dove si trova ma con le mie conoscenze sono riuscita a sapere che ci sarebbe stata una riunione della setta dell'Oscuro Messia Vyrak sulla scogliera di Thersek, molto ad est di Osven.
Ormai nessuno mi può fermare neanche quegli stolti umani che credono che la magia sia fonte di corruzione per l'anima e per il corpo; poveri sciocchi non sanno controllare gli spiriti e per questo ripudiano l'uso delle pratiche magiche; tuttavia non li odio come li odiano gli andoriani (forse anche perché non ho vissuto ad Andor durante la loro dominazione): li disprezzo soltanto per la loro ignoranza.

Il giorno che ho tanto atteso è finalmente arrivato: sono nella cripta dell'Oscuro Messia Vyrak sulla scogliera di Thersek nel bel mezzo di una cerimonia. Mi guardo intorno e scruto con occhio critico ogni particolare della costruzione, ogni minimo dettaglio che possa essere d'aiuto al mio piano. Calma, sono troppo impaziente non devo rovinare tutto proprio ora: farei qualsiasi cosa per riottenere il potere perduto ma prima di agire è meglio aspettare la fine della funzione, così potrò avvicinare il Gran Sacerdote più facilmente e chiedergli dell'Oracolo.
Ma… cosa sta succedendo?!?

Descrizione fisica: mediamente alta, fisico atletico, ampio mantello, armi e armatura (ben nascosti sotto mantello e cappuccio), capelli chiari sciolti sulle spalle, occhi luminosi ed intelligenti ma segnati dalla sofferenza e velati di tristezza.



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